Storia del mio logo
Il mio primo logo
Vista da fuori, così, sembra una cosa molto semplice e lineare, cioè, tutti i brand a na certa pensano al logo per partire bene, no?
No. Io sono partita da due pinze da elettricista, 5€ di materiali che mi sembravano tanti e la bigiotteria vecchia di chiunque ne avesse da buttare. Pensavo solo ad imparare a fare gioielli e mi ero convinta che bastasse saper farne tanti per essere a posto col lavoro.
Ho cominciato diciassette anni fa, in un angolo dello stesso laboratorio in cui mi trovo adesso, solo che al mio posto c’era mia madre a fare le tende e io stavo nell’angolo dove adesso mia madre ha messo ciò che rimane della sua attività.
Nel mezzo è successo di tutto: un diploma in ceramica, un tentativo universitario, la qualifica da orafa, il mio primo stanzino laboratorio, un papavero acquerellato come sfondo per i biglietti da visita, il mio primo garage laboratorio senza acqua né bagno, il mio primo laboratorio completo, un camper con cui sognavo di portare il laboratorio in giro e si è rotto al primo viaggio, la p.iva, i lavori secondari, di giorno, di notte, nei weekend, i social, le vendite online, voi.
Qui, adesso, quasi in duecento, ad aspetta questa prima newsletter.
Che fatica solo a ripensare a tutte le volte in cui ho pensato di aver vanificato le energie solo perché i risultati non sono stati immediati.

L’ho imparata così la questione del tempo che non segue i meridiani
E un po’ l’ho imparata anche osservando le persone che amo.
Una mamma sempre di corsa e iperattiva, una nonna che quando ne voleva di più prendeva un aereo per l’emisfero Australe e si circondava di artisti e bellezza, una nonna che è riuscita a far entrare il termine Tranquillezza nell’accademia della Crusca semplicemente rispondendo alla domanda “Signora Teresa, qual è il segreto della longevità?” di un videomaker, anticipando di molti anni quello che poi è dovuta venire una pandemia globale per farcelo capire.
Ed eccole qua, tutte e tre, con me:
In alto un semicerchio di perle, Titina, i viaggi, l’arte, la rete.
In basso un semicerchio di treccia, come quella del tuppo di Terry, le Radici migliori che il destino mi potesse donare.
A custodire i gioielli i sacchetti cuciti da Giuditta, le prime mani di artigiana che i miei occhi hanno visto.



E i papaveri?
I fiori che per molti anni hanno accompagnato i gioielli sulle stampe dei vostri pacchetti sono pronti per sbocciare altrove. Valentina, di @sa.po, ha realizzato per noi dei fogli di carta piantabile, così i prossimi biglietti da visita si potranno lasciar cadere in giardino o terrazza a febbraio per poi farsi vedere in Primavera.

Sono ancora molte le cose che vorrei scrivere e farti vedere, dai pieghevoli alle gift card, dalle nuove box a una nuova linea ma le conservererò per la prossima NL in cui cercherò di essere più breve, promesso!
Io ti ringrazio per essere arrivat* fin qua, ti do’ il benvenuto se è la prima volta che le nostre strade si incontrano e ti invito a seguire le dirette #SudProudCalabria ogni venerdì alle 19.00 su @adele_murace_gioielli se vuoi conoscere altre realtà calabresi.
Ti aspetto con piacere,
A presto,
